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Rifugio e Laghetto al Coldai, 28 Giugno 2009

Come prima escursione stagionale si sceglie uno dei più classici itinerari dell'alta Val Di Zoldo.
Metà già raggiunta innumerevoli volte ma questa volta l'ascesa ha avuto un sapore decisamente diverso con paesaggi che sembravano essersi fermati a un mese e mezzo fa. Partenza di buona mattina dal Palavafera, 1515 metri, il tempo nel pomeriggio non promette niente di buono e per raggiungere Forcella Coldai (2191 metri) e l'ononimo laghetto occorrono circa due ore.

La partenza con il Civetta che svetta dietro il bosco



Il sentiero è ampio e piacevole, in circa mezz'ora giungiamo sul pianoro di Malga Pioda. Primi nevai a 1800 metri in pieno versante sud.



Giunti alle pendici del monte Coldai, c'è malga Pioda a circa 1800 metri di quota. Un paio di foto per darvi l'idea delle dimensioni della malga (io sono alto 193 cm).







Ed ecco com'era ridotta questa malga a fine Marzo. Fate voi i conti di quanta neve c'era alla fine di un inverno che definire eccezionale è riduttivo!



Sempre a Malga Pioda c'era una capannina per gli attrezzi alta circa 3 metri. Anche qua due foto di com'era a fine marzo e com'è ora.







Le mie fidate compagne d'escursione, Enrica a sinistra ed Elisa a destra. Sullo sfondo i Lastoi de Formin ed il Monte Cernera in prossimità del Passo Giau.



Ecco il primo nevaio che taglia in sentiero. Siamo a 1850 metri e lo spesso della neve raggiunge i 2 metri.



Ecco un particolare sullo spessore. Purtroppo non sono riuscito a calarmi dentro l'anfratto per dare un'idea dello spessore, ma vi assicuro che sono due metri.



Il Pelmo con il sentiero che sale dal Palafavera in basso



Un bellissimo fiore lungo il sentiero



Un altro nevaio di notevole spessore a circa 2000 metri di quota. Questo è stato tagliato dai gestori del rifugio per aprire la strada.



Il sentiero Tivàn è completamente ostruito dalla neve. I versante sud-est del Civetta è ancora off-limit per escursioni estive.



Anche la forcella è ostruita dalla neve come non mi era mai capitato di vedere a fine giugno.



Un altro nevaio di notevoli dimensioni dietro al rifugio Coldai



qui gli spessori si aggiravano sui 4 metri



Superata la forcella si apre a noi uno spettacolo superbo. Il laghetto è parzialmente ghiacciato.
Questo laghetto si trova a circa 2100 metri di quota. E' sul versante nord-ovest del Civetta e prende il sole la maggior parte del giorno. Notevoli anche i nevai sulla sinistra del lago.



I mini iceberg dalla riva



La grandezza del nevaio!



Riflessioni



Un autoscatto



Giochi di luce sul lago



Le nubi permettono un zoom sulla cima del Civetta. Notevoli anche qui gli imponenti accumuli eolici dell'inverno. Quello in foto è alto non meno di 10 metri.



La vista del lago dalla seconda "lingua" di neve



La difficoltà di circumnavigare il lago in direzione del rifugio Tissi



Senso di libertà in mezzo al mio elemento naturale... :-)



Marmolada e lago di Alleghe



Prima del ritorno c'è il tempo per scattare due panorami sul lago.







Inizio della discesa, il rifugio Coldai



Pecol e Mareson di Zoldo, la nostra discesa si concluderà proprio laggiù



Sempre durante il ritorno c'è il tempo di giocare ancora sugli innumerevoli nevai



e di prendersi anche un pò di sana pioggia



Prima di tornare a casa, facciamo una piccola deviazione per vedere i danni provocati a bassa quota dalle imponenti nevicate invernali. Troviamo accumuli valanghivi sino a 1500 metri nel versante Zoldano del Civetta.



I danni alle strutture sono notevoli. Non c'è panchina, tettoia o baracca che abbia resistito al peso della neve.











Una tettoia che riparava una lunga tavolata



ecco com'era ad inizio gennaio, prima delle nevicate "fatali" di inizio febbraio



questi invece ostacoli del percorso vita. Le sbarre di ferro sono di 5 cm di diametro e penso possano sopportare diverse centinaia di kg, se non tonnellate, prima di piegarsi.



Infine, concludo questo reportage con un confronto a Pecol di Zoldo per non dimentiare i 265 cm al suolo dell'8 febbraio 2009! L'inquadratura non è la stessa, ma il tetto della chiesa è sempre quello. Fate le vostre debite proporzioni.










Luca Stevanato

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